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Ecco gli eroi di quella
indimenticabile serata...
Coppa UEFA 1975-76:
Liverpool - Club Brugge = 3-2/1-1
LA CRONACA:
Non c'è più Bill Shankly sulla panchina del Liverpool, ma il suo
successore, Bob Paisley non fa certo rimpiangere la leggenda di Anfield.
Con il nuovo condottiero comincia l'epoca europea dei Reds capaci di
imporsi in questa edizione della Coppa Uefa
e di estendere il loro dominio alla Coppa dei Campioni, che nei
successivi otto anni finirà per ben quattro volte nella bacheca di
Anfield Road.
Al primo turno, però, i Reds cadono in Scozia contro l'Hibernian per 1-0
e i padroni di casa falliscono anche un rigore.
Ad Anfield è il potente centravanti gallese John Toshack a rimettere le
cose a posto con una tripletta.
Più comodi i turni successivi contro Real Sociedad, Slask Wroclaw e
Dynamo Dresda, che aprono ai Reds le porte della semifinale.
Qui il sorteggio prevede lo scontro fra Liverpool e Barcellona, una
battaglia regale.
Il match davanti agli 80.000 tifosi del Camp Nou vede il Liverpool messo
in campo alla perfezione.
Il Barca è invece dilaniato dalle lotte interne fra Cruijff (beccatissimo
dai tifosi di casa) e Weisweiler.
Ancora un gol di Toshack su perfetto servizio di Keegan regala agli
inglesi l'importantissimo
successo esterno che ha come strascico le dimissioni di Weisweiler.
Ad Anfield le cose migliorano leggermente per gli spagnoli,
ma Cruijff ancora sotto tono e l'1-1 finale basta ai Reds per
accomodarsi in finale.
Il grande rammarico italiano si chiama Milan, eliminato nei quarti di
finale dal Bruges ma soprattutto dall'arbitro francese Vigliani,
responsabile di una sconcertante decisione nella partita di andata in
Belgio.
I locali erano passati in vantaggio all'inizio con Lefevre e dopo un
lungo inseguimento il Milan era giunto al pareggio proprio allo scoccare
del 45'.
Tuttavia mentre la palla colpita da Sabadini si stava dirigendo in rete
l'arbitro transalpino decretò la fine del primo tempo,
pochi istanti prima che la sfera varcasse la linea di porta.
Le ovvie e tonanti proteste rossonere non produssero alcun effetto e
nella ripresa il Bruges raddoppiò,
rendendo indolore la sconfitta per 2-1 nel ritorno di San Siro.
Lo stesso Bruges, negli ottavi di finale, aveva spento le velleità della
Roma di Liedholm,
mentre la Lazio si era di fatto autoeliminata nel secondo turno quando
si era rifiutata di scendere in campo,
a Roma, contro il Barcellona per paura di rappresaglie politiche in un
momento particolarmente delicato della storia iberica.
Il Bruges era sicuramente la sorpresa del torneo, ma l'avventura dei
belgi fu anche favorita da un pizzico di fortuna che non guasta mai;
al secondo turno, per esempio, quando ribaltarono il pesante 0-3
accusato in Inghilterra dall'Ipswich con una gara di ritorno esaltante.
E anche in semifinale quando, dopo l'1-1 di Amburgo, bastò un'autorete
dei tedeschi per regalare al Bruges la "sfida impossibile" con il
Liverpool.
I Reds non erano abituati a incontrare squadre disposte ad attaccarli
davanti al loro pubblico
e rimasero assolutamente sorpresi dall'atteggiamento del Bruges nei
primi minuti del match di andata.
Al 5' un errato retropassaggio di Neal a Clemence offre la più facile
delle palle gol a Lambert
che realizza con un perfetto pallonetto.
Dieci minuti dopo lo stesso Lambert fa da torre per Cools che trafigge
ancora Clemence con un preciso sinistro nel sette.
Il Liverpool sembra smarrito e finisce spesso vittima della trappola del
fuorigioco
perfettamente architettata dal tecnico dei belgi, Ernst Happel.
All'intervallo Paisley toglie Toshack e inserisce Case; il Liverpool
attacca davanti alla porta di Kop e si scatena.
Un missile dell'irlandese Kennedy dal limite dell'area dimezza lo
svantaggio al 59'.
La marea rossa continua ad avanzare con grande impeto e Case pareggia da
due passi su assist di Kennedy.
Ancora lo scatenato irlandese viene atterrato da Bastijns al limite
dell'area;
per l'arbitro è rigore che Keegan trasforma, completando la rimonta in
soli sei minuti.
Nella gara di ritorno la grande occasione del Bruges viene vanificata da
un Liverpool ancora una volta magistrale nella lettura della gara.
Un fallo di mano di Smith regala a Lambert il rigore che dopo 11' porta
i belgi sull'1-0, ma quattro minuti dopo Keegan pareggia su punizione.
Il Bruges attacca a testa bassa ma l'eroe della serata è Clemence capace
di intercettare ogni tentativo belga,
aiutato anche dal palo che respinge un tremendo tiro di Lambert.
Dopo tre anni il Liverpool è di nuovo sul gradino più alto del podio.
Il video dell'andata
Il video del ritorno
Coppa UEFA
2000-01 (Dortmund):
Liverpool - Alaves = 5-4 d.t.s.
L'edizione della
Coppa UEFA
2000-01
è stata vinta dal
Liverpool nella
finale contro il
Deportivo Alavés,
grazie ad un
golden gol, dopo
il 4-4 dei tempi regolamentari. E' la terza Coppa UEFA per i Reds.
LA CRONACA:
Il 16 maggio 2001 si è
disputata la finale di coppa Uefa tra Alaves, squadra basca rivelazione
della Liga, e il Liverpool.
Nonostante oggi questa manifestazione goda di uno scarso rilievo,
fagocitata dalla più prestigiosa Champions League
e snobbata dai grandi club europei, si è potuto assistere ad uno
spettacolo entusiasmante.
A scapito di equivoci, diciamo subito che non è stato il livello del
gioco a conquistare gli sportivi di tutto il mondo,
bensì la scorpacciata di gol e il rovesciarsi continuo delle sorti della
partita.
Al Westfalenstadion il Liverpool giunge con il favore del pronostico,
vuoi per la maggiore tradizione,
o per la rosa composta da campioni di valore maggiore rispetto ai
baschi: insomma sembra che l'esito della finale sia scontato.
Pronti, via e già gli inglesi vanno in rete: è Babbel che al 4' porta in
vantaggio gli inglesi.
Gli spagnoli sembrano paralizzati dall'emozione della loro prima finale
europea, sono in balia dell'avversario che,
sulle ali dell'entusiasmo già al 16' porta a due le segnature: è
l'emergente Gerrard (nuovo talento anche della nazionale inglese)
che sfrutta la preponderante supremazia dei reds.
Una squadra meno caparbia dell'Alaves sarebbe a questo punto crollata,
seppellita dai gol dall'euforia dei giocatori del Liverpool,
invece gli uomini di Manè cominciano a giocare, fanno appello al loro
cuore e al loro orgoglio, dando il via ad una partita nella partita.
Ora il Deportivo Alaves sembra un'altra squadra, le azioni hanno più
ritmo, la squadra sale con coraggio e,
a pochi minuto dalla mezzora, arriva meritata la rete che ridà speranza
agli iberici: è Ivan Alonso che accorcia le distanze.
Quando gli iberici sono già con la testa negli spogliatoi, ansiosi di
riordinare le idee per il prevedibile assalto finale,
ecco una nuova mazzata sulle loro strategie: rigore netto procurato da
Owen e realizzazione del "vecchio" Mc Allister.
Nell'intervallo gli spalti sono un tripudio di bandiere rosse e
nell'aria volano alti i canti dei tifosi inglesi.
Il destino della coppa sembra segnato...
Ma questa non è una partita come tante altre, il dio del calcio ha altri
progetti per questa finale:
in tre minuti (dal 3' al 6' della ripresa) l'Alaves trafigge due volte
Westerveld e riporta in parità un match considerato chiuso troppo
presto.
Protagonista assoluto è Javi Moreno, tra i bomber più prolifici di
Spagna quest'anno e nel mirino del Milan.
Al 28' st arriva una nuova rete: questa volta ad opera di uno degli
idoli della tifoseria inglese,
quel Robbie Fowler che troppe volte gli infortuni hanno tenuto lontano
dal campo.
Il pubblico di fede Liverpool impazzisce: si profila la vittoria e per
di più con gol decisivo del giocatore più amato.
Il cronometro avanza impietoso, l'Alaves non sembra più avere la
lucidità necessaria per pungere la difesa dei reds.
Quando Jordi Cruyff stacca di testa su un calcio d'angolo e colloca la
palla in rete
manca poco meno di un minuto al termine del tempo regolamentare: siamo
sul 4-4 e la partita si riapre per l'ennesima volta.
Arrivano i supplementari, due espulsioni per l'Alaves e l'autogol di
Geli
(deviazione di testa su punizione conseguente la giusta espulsione per
doppia ammonizione di Karmona).
La coppa va al Liverpool, sarebbe ingiusto dire che la squadra inglese
non l'abbia meritata,
ma altrettanto ingiusto sarebbe dire che anche l'Alaves non avesse
meritato la vittoria.
Rimangono alcune istantanee di questa finale: i difensori inglesi che
beccano 2 gol di testa da attaccanti fisicamente meno dotati,
la grinta e la corsa di Mc Allister, comprato dai reds a 36 anni e
ritenuto ormai vecchio,
i giocatori dell'Alaves che crollano a terra esausti e disperati dopo il
golden gol.
Stagione da incorniciare per il Liverpool, che dopo essersi aggiudicato
Coppa di Lega e FA Cup,
trionfa anche in Europa, ma anche onore agli sconfitti.
Tutti i tifosi del mondo, pensiamo, avranno tifato per questo
straordinario Deportivo Alaves,
squadra mai doma, orgogliosa della sua natura operaia e concreta,
sempre pronta a rincorrere il sogno della coppa, anche con 2 reti di
svantaggio.
Il grazie di tutti gli sportivi va a tutti i giocatori delle due squadre
e ai loro allenatori:
affrontandosi a viso aperto, senza eccessivi tatticismi ed anche con
qualche errore grossolano,
hanno dato vita a una delle finali più coinvolgenti ed entusiasmanti del
calcio europeo.
Marcatori: 4' 1t Babbel M. LIV
-
16' 1t Gerrard S. LIV -
27' 1t Ivan Alonso ALA -
41' 1t Mc Allister G. rigore LIV -
3' 2t Javi Moreno ALA -
6' 2t Javi Moreno ALA -
28' 2t Fowler R. LIV -
44' 2t Jordi ALA -
12' 2t supplementari Geli (aut.) LIV
Formazioni:
Liverpool :
Westerveld S. -
Babbel M. -
Carragher J. -
Henchoz S. -
Hyypia S. -
Gerrard S. -
Hamann D. -
Mc Allister G. -
Murphy D. -
Heskey E. -
Owen M - Tecnico: Houllier
Alaves :
Herrera M. -
Contra C. -
Eggen D. -
Geli (Geli Roura) -
Karmona (Karmona Herrera) -
Tellez (Tellez Gomez) -
Astudillo M. -
Desio H. -
Tomic I. -
Jordi (Cruyff) -
Javi Moreno (Varela Moreno) - Tecnico: Manè
Guarda il video
Nel corso degli anni abbiamo
conquistato 5 Coppe Campioni /Champions League...
1976/77,
1977/78,
1980/81,
1983/84,
2004/05
La Coppa dei Campioni /
Champions League
1976-77 (Roma):
Liverpool - Borussia Moenchengladbach = 3-1
La
Coppa dei Campioni
1976/77,
ventiduesima edizione del torneo,
vide la partecipazione di 32 squadre.
Il torneo fu vinto per la prima volta dal
Liverpool,
che sconfisse in finale il
Borussia Mönchengladbach
per 3-1.
Fu la seconda volta che una squadra inglese vinse il torneo,
ma diede il via a una serie di sei vittorie consecutive per le squadre
inglesi.
LA CRONACA:
La seconda metà degli anni '70
porta il dominio inglese sulla Coppa dei Campioni.
Mattatore di questo periodo è il Liverpool.
In panchina non c'è più Bill Shankly, creatore della leggenda dei
"Reds", ma il suo fido assistente Bob Paisley.
Il primo turno contro i nordirlandesi del Crusaders è poco più di una
formalità
e non riserva sorprese neppure quello successivo con i turchi del
Trabzonspor.
Nei quarti di finale, invece, gli inglesi si trovano di fronte il
Saint-Etienne.
In Francia vincono i transalpini per 1-0 e nel ritorno va in scena una
delle partite più memorabili nella storia del Liverpool.
Al 2' Keegan pareggia il gol francese dell'andata ma al 51' Bathenay
getta nello sconforto Anfield.
I Reds non si danno per vinti e, spinti dal continuo incitamento della "Kop",
si riportano in vantaggio con Ray Kennedy.
A otto minuti dal termine la riserva David Fairclough, subentrato a
Toshack,
partendo da metà campo supera due difensori francesi e deposita la palla
in rete, mandando in estasi Anfield.
La semifinale contro la rivelazione Zurigo è poco più di una passeggiata
e i Reds raggiungono così la loro prima finale di Coppa Campioni, a Roma
contro il Borussia Mönchengladbach.
I tedeschi sono nel momento di maggior splendore della loro storia.
Trentamila inglesi giungono nella città eterna.
La partita è un capolavoro tattico di Paisley, che non permette al
Borussia di scatenare il suo mortifero contropiede.
Toshack ha recuperato da un recente infortunio, ma Paisley decide di
puntare sul vecchio leone Ian Callaghan.
La prima frazione di gioco è di marca inglese, il Borussia sfodera un
unico pericoloso contrattacco
con Bonhof che colpisce il palo con un rasoterra.
Poco oltre la metà del primo tempo McDermott porta in vantaggio il
Liverpool su imbeccata di Heighway.
Il Borussia reagisce, trascinato da nazionali come Vogts, Bonhof,
Stielike, Wimmer, Heynckes e Simonsen
e pareggia in apertura di ripresa proprio con il danese Simonsen, autore
di un gran tiro dal limite nel sette.
Bonhof prende per mano la squadra che schiaccia il Liverpool per un
quarto d'ora,
ma senza successo, per le strepitose parate di Clemence.
Allentata la pressione tedesca, il Liverpool beneficia di un corner dal
quale scaturisce il gol di testa dello stopper Tommy Smith.
Il gol piega le gambe dei tedeschi e rinvigorisce il Liverpool, il re
Keegan fa ammattire Vogts con le sue serpentine
e un rigore di Neal nel finale sancisce la vittoria dei Reds e l'inizio
dell'era britannica.
Duello in
finale tra Berti Vogts e Steve Heighway
Il rigore di Neal che piega definitivamente il Borussia
Guarda il video
1977-78 (Londra):
Liverpool - Club Brugge = 1-0
La
Coppa dei Campioni
1977/78,
ventitreesima edizione del torneo, vede la partecipazione di 31 squadre.
Il torneo venne vinto dai campioni uscenti del
Liverpool, che
sconfisse in finale il Club Brugge per 1-0
LA CRONACA:
Rimpiazzato
Kevin Keegan con un altro campione, lo scozzese Kenny Dalglish,
il Liverpool si lancia all'inseguimento del bis nel massimo torneo
continentale.
I campioni uscenti sono esentati dal primo turno e entrano in gara negli
ottavi di finale,
dove superano senza troppa fatica la Dinamo Dresda.
La squadra è in piena evoluzione: oltre a Dalglish, i Reds
lanciano in prima squadra
un giovane libero scozzese molto promettente, Alan Hansen,
mentre a gennaio approderà ad Anfield anche il centrocampista Graeme
Souness, un altro scozzese, un altro "big".
Nei quarti di finale, il Benfica oppone una strenua resistenza solo
nella gara di andata,
quando sotto una pioggia battente va in vantaggio con Nené.
Jimmy Case e Hughes però ribaltano il risultato creando le premesse per
la passeggiata del match di ritorno (4-1).
In semifinale va in scena la ripetizione della finale dell'anno prima e
di quella del 1973 in Coppa Uefa,
ovvero Liverpool contro Borussia Mönchengladbach.
Nei due precedenti l'aveva sempre spuntata il Liverpool e questo terzo
confronto non fa eccezione.
Sconfitti di misura (1-2) in Germania, i Reds fanno valere la legge di
Anfield al ritorno dominando fino al 3-0 finale.
A Wembley il Liverpool è atteso dal Bruges, che due anni prima aveva
fatto soffrire gli inglesi nella finale di Uefa
andando addirittura in vantaggio 2-0 ad Anfield, prima di venire
sorpassato (3-2) e poi bloccato in Belgio nel ritorno (1-1).
A Wembley i Reds presentano ben cinque facce nuove rispetto alla finale
di Roma
e sono nettamente favoriti potendo contare anche sull'incitamento di
novantamila tifosi.
Il Bruges denota un atteggiamento rinunciatario e prettamente difensivo,
ma la supremazia territoriale del Liverpool si rivela sterile per
l'intero primo tempo, piuttosto deludente.
Il secondo tempo segue la trama del primo, ma al 19' il Liverpool passa:
Souness confeziona un perfetto assist, che coglie impreparata la difesa
belga,
per il connazionale Dalglish sul versante destro dell'area di rigore;
l'erede di Keegan avanza fino all'area piccola e batte il portiere
fiammingo Jensen in diagonale.
Il Bruges tenta di avventurarsi all'attacco ma lo fa con scarsa
convinzione
e il Liverpool conduce tranquillamente in porto la partita.
È la prima volta che una squadra inglese solleva al cielo la Coppa per
due anni consecutivi.
Nelle
prime due immagini, la rete della vittoria di Kenny Dalglish.
Sarà sufficiente a garantire il bis dei rossi di Liverpool.
Nella foto sopra, Kennedy, Souness e Dalglish festeggiano.
Guarda
il video
1980/81 - Parigi
Liverpool - Real Madrid = 1-0
La
Coppa dei Campioni
1980/81,
ventiseiesima edizione del torneo, vede la partecipazione di 33 squadre.
Il torneo fu vinto per la terza volta dal Liverpool FC, che sconfisse in
finale il Real Madrid per 1-0.
LA CRONACA:
Il dominio britannico in Coppa
dei Campioni continua,
nonostante i ripetuti i fallimenti della Nazionale inglese nelle
maggiori competizioni internazionali.
Il Liverpool centra il suo tris raggiungendo nell'albo d'oro della
competizione l'Ajax e il Bayern Monaco.
I campioni uscenti del Nottingham Forest salutano la compagnia già al
primo turno quando il Cska Sofia,
dopo aver vinto l'andata in Bulgaria, va ad espugnare anche il City
Ground (1-0).
Il cammino del Liverpool è invece tranquillo: al primo turno i
finlandesi dell'OPS
sono travolti da una goleada (11-2 il risultato complessivo),
mentre nel secondo turno a non essere risparmiato è l'Aberdeen di Alex
Ferguson.
Nei quarti di finale il Cska Sofia, affossatore del Nottingham, non
preoccupa più di tanto i Reds,
che sbrigano la faccenda già nella gara di andata a Anfield con un
perentorio 5-1.
Le ultime quattro squadre rimaste in gara sono il Liverpool, il Real
Madrid, l'Inter e il Bayern Monaco:
tra loro mettono insieme 13 Coppe dei Campioni vinte.
Alla squadra di Paisley tocca in sorte il Bayern, con andata ad Anfield.
Nonostante la continua pressione del Liverpool, i bavaresi si difendono
bene,
non rinunciando a qualche contropiede e tornano in Germania con uno 0-0
molto positivo.
A fine partita i tedeschi si sentono sicuri dell'approdo in finale e si
lasciano andare a dichiarazioni fuori luogo.
Breitner poco diplomaticamente dice: «Il calcio inglese è stupido»;
Rummenigge rincara la dose: «Un gioco totalmente privo di fantasia,
che non ci ha dato il minimo disturbo. A Monaco chiuderemo il conto».
Nel ritorno un Liverpool molto rimaneggiato gioca una grande partita a
Monaco,
lascia sfogare i bavaresi e nel finale, quando questi rifiatano, va in
vantaggio con Ray Kennedy a sette minuti dalla chiusura.
Il gol di Rummenigge all'ultimo minuto è solo una magra consolazione per
i presuntuosi tedeschi, che non riescono a tornare in finale.
Dall'altro confronto
è uscito vincitore il Real Madrid che torna così al grande ballo dopo
quindici anni.
Si gioca al Parco dei Principi, già teatro della finale del 1975, quella
degli incidenti fra i tifosi del Leeds e la polizia francese.
La partita è dominata dalla paura di perdere di entrambe le squadre
e così il gioco ristagna a centrocampo dove si erge un Graeme Souness in
grande forma,
che con il giovane motorino Sammy Lee vince il duello con Stielike e
Juanito.
Bisogna aspettare fino all'82' per vedere un gol: lo realizza Alan
Kennedy,
terzino sinistro del Liverpool, con una veemente percussione da
sinistra, favorita da uno svarione di Cortes
e preciso tiro da posizione angolata che si infila alle spalle del
portiere madridista Augustin.
Il Real non trova più le forze per reagire, il Liverpool è di nuovo
campione d'Europa
e Bob Paisley diventa l'unico allenatore ad aver vinto tre Coppe dei
Campioni.
Alan Kennedy
Graeme Souness
Kenny Dalglish
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1983-84 - Roma
Liverpool - Roma = 5-3 d.c.r.
La
Coppa dei Campioni
1983/84,
ventinovesima edizione del torneo, vede la partecipazione di 32 squadre.
Il torneo venne vinto per la quarta volta dal
Liverpool,
che sconfisse in finale la
Roma padrona di
casa ai
rigori, dopo
l'1-1 dei tempi regolamentari.
LA CRONACA:
Bob Paisley si è ritirato al termine della stagione precedente,
il suo posto sulla panchina dei Reds è stato preso dal suo secondo, Joe
Fagan.
Il Liverpool è alla nona partecipazione consecutiva alla Coppa dei
Campioni, non salta un'edizione dal 1976.
La squadra è cambiata rispetto a quella che trionfò nel 1981 contro il
Real Madrid a Parigi:
negli ultimi anni hanno raggiunto Anfield Road il teatrale portiere
Grobbelaar, lo stopper Lawrenson,
il mediano irlandese Whelan, il tuttofare Nicol e soprattutto il bomber
Ian Rush.
L'avventura in Coppa comincia contro i danesi dell'OB Odense, superati
comodamente.
Il secondo turno pone di fronte ai Reds i baschi dell'Athletic Bilbao.
Il sorprendente pareggio a reti bianche dell'andata a Anfield costringe
il Liverpool a conquistare la qualificazione in trasferta,
grazie a una prodezza di Rush, che comincia a lasciare il segno su
questa edizione.
Nei quarti la squadra di Fagan incontra il Benfica, che limita i danni
in Inghilterra (0-1)
e viene travolto a Lisbona per 4-1 in una delle migliori prestazioni
esterne del Liverpool.
In semifinale è la volta della Dinamo Bucarest: Sammy Lee garantisce il
primo round ai Reds in casa,
ma è Ian Rush con due gol in Romania a mettere il timbro sul passaporto
per la finale.
Il Liverpool torna a Roma dove sette anni prima aveva vinto la sua prima
Coppa Campioni contro il Borussia Mönchengladbach.
Di fronte c'è la Roma di Falcão, che gioca in casa.
I giallorossi sono al debutto; nel tunnel che conduce in campo, con gli
atleti già schierati ad aspettare l'ingresso sul terreno,
le loro facce sono tesissime, i comportamenti nervosi.
Gli esperti inglesi mostrano invece grande tranquillità, cantando tutti
insieme.
Dopo un leggero predominio della Roma, al quarto d'ora scende il gelo
sull'Olimpico:
Johnston "carica" Tancredi uscito per intercettare un cross, il portiere
perde la palla.
Bonetti cerca di allontanare, ma il rinvio finisce sulla testa di
Tancredi a terra e poi sui piedi di Neal, che porta in vantaggio il
Liverpool.
La Roma tenta di reagire, ma è Tancredi a dover compiere un miracolo su
un contropiede di Rush.
Poi, sul finire del primo tempo, Pruzzo fa esplodere lo stadio "pettinando"
di testa un pallone crossato da Bruno Conti,
che si insacca alle spalle di Grobbelaar.
Il bomber romanista lotta come un leone, ma in avvio di ripresa si
infortuna e dovrà uscire sostituito dal tornante Chierico.
La Roma perde incisività, il Liverpool si rende pericoloso in
contropiede con Dalglish e Neal.
Terminano in parità i tempi regolamentari e neanche nei supplementari si
sblocca il risultato.
Per la prima volta la Coppa viene assegnata ai calci di rigore.
Nicol sbaglia subito per gli inglesi, Conti fallisce il secondo
tentativo dei romani.
Dopo tre rigori a testa il risultato è ancora in parità: tocca a Rush
che non sbaglia,
quindi va dal dischetto l'affaticato Ciccio Graziani, che colpisce la
traversa.
Alan Kennedy, che già aveva dato ai Reds la coppa del 1981, non trema e
infila Franco Tancredi.
Per il Liverpool è la quarta vittoria in quattro finali.
I capitani Di Bartolomei e
Souness
Ian Rush
Guarda il video
2004-05 (Istanbul):
Liverpool - Milan = 6-5 d.c.r.
La UEFA
Champions League 2004-2005 è stata la cinquantesima
edizione del massimo torneo calcistico europeo.
Il Liverpool vinse il trofeo per la 5a volta
nella sua storia, mentre il Milan disputava la sua 10a
finale.
La cinquantesima Champions League fu vinta dagli
inglesi
del
Liverpool,
dopo una finale emozionante contro il
Milan
giocata il
25 maggio
2005
a
Istanbul.
Dopo essersi trovato in svantaggio per 3-0 alla fine del
primo tempo (gol di
Paolo Maldini
e
doppietta
di
Hernán Crespo),
il Liverpool segnò tre gol in sei minuti nel secondo
tempo (gol di
Steven Gerrard,
Vladimír Šmicer
e
Xabi Alonso).
La sfida proseguì ai supplementari, dove il
portiere
polacco
Jerzy Dudek
fu autore di una spettacolare parata
su tiro ravvicinato di
Andriy Shevchenko,
ripetendosi poi ai
rigori,
dove la squadra
inglese
prevalse su quella
italiana.
Ai rigori errori di Pirlo, Serginho e Shevchenko. Per i
rossoneri è la fine.
Il capitano del Liverpool,
Steven Gerrard,
fu nominato Miglior giocatore della UEFA Champions
League 2005.
LA CRONACA:
Le lancette non hanno ancora completato il primo
giro quando il Milan passa in vantaggio:
punizione dalla destra di Pirlo e girata di destro al volo
al centro dell'area di Maldini che supera Dudek.
Al 29' Shevchenko, sfruttando un ottimo suggerimento di
Kakà,
mette a segno di piatto il gol del raddoppio ma il
guardalinee segnala un fuorigioco inesistente.
Al 39' il 2-0: grande apertura di Kakà per Shevchenko sulla
destra, palla al centro dell'area piccola
dove Crespo non può fare altro che appoggiare in rete.
Al 44' il terzo gol: Kakà da metà campo lancia Crespo che
elude Carragher,
attende l'uscita di Dudek e lo supera con un tocco di
destro.
La partita sembra finita ma gli inglesi non si danno mai per
vinti.
Al 9' della ripresa il 3-1:
traversone di Riise dalla sinistra a centro area per Gerrard
che di testa mette all'angolino alla sinistra di Dida.
All'11' la partita si riapre grazie a un destro angolato di
Smicer che Dida tocca ma non trattiene.
Al 15' il pareggio: Gattuso stende in area Gerrard ed è
rigore: Xabi Alonso dal dischetto si fa parare il rigore da
Dida, ma sulla ribattuta insacca.
I rossoneri sembrano inebetiti, non si rendono conto. Ma
appena riescono ad organizzare la riscossa, il Liverpool
soffre.
Questo il più grande rimpianto: gli inglesi sono apparsi in
soggezione per tutta la partita.
I tempi regolamentari si chiudono sul 3-3; stesso risultato
nei supplementari nonostante i giocatori del Liverpool non
si reggano in piedi.
Dudek compie un doppio miracolo su un tiro ravvicinato di
Shevchenko.
Quindi i calci di rigore: per il Milan a segno Tomasson,
Kakà, per il Liverpool Hamann, Cissè, Smicer.
Errori di Serginho, Pirlo, Riise, Shevchenko.
MILAN (4-3-1-2): Dida; Cafu, Stam, Nesta, Maldini; Gattuso
(7' sts Rui Costa), Pirlo, Seedorf (40' st Serginho);
Kakà; Crespo (40' st Tomasson), Shevchenko. In panchina:
Abbiati, Kaladze, Costacurta, Dhorasoo.
Allenatore: Ancelotti.
LIVERPOOL (4-4-1-1): Dudek; Finnan (1' st Hamann),
Carragher, Hyypia, Traorè; Luis Garcia, Gerrard, Xabi
Alonso,
Riise; Kewell (23' pt Smicer); Baros (40' st Cissè). In
panchina: Carson, Josemi, Nunez, Biscan.
Allenatore: Benitez.
RETI: 1' pt Maldini, 39' pt, 44' pt Crespo, 9' st Gerrard,
11' st Smicer, 15' Xabi Alonso (rigore)
SEQUENZA RIGORI:
Serginho (alto), Hamann (gol),
Pirlo (parato), Cissè (gol),
Tomasson (gol), Riise (parato),
Kakà (gol), Smicer (gol),
Shevchenko (parato).
Guarda il video
Anfield Road
Anfield
(spesso chiamato Anfield Road, dal nome della strada in
cui si trova) è lo stadio del
Liverpool.
Il tecnico
Bill Shankly,
che costruì le basi per il dominio nazionale ed europeo
del Liverpool degli
anni settanta
e
ottanta,
fece apporre sul muro di spalletta della scalinata che
conduce
i giocatori sul campo di gioco una targa,
con la scritta This Is Anfield (Questo è
Anfield),
«per ricordare ai nostri ragazzi per
quale maglia giocano, e ai nostri avversari contro chi
giocano».
Molti, tra i giocatori del Liverpool, salendo le scale
del campo di gioco toccano la targa in segno di buon
augurio.
El Niño e Rafa toccano
il portafortuna del club
La curva Kop
Dal
1906
una delle curve di Anfield è chiamata ufficialmente
Spion Kop,
dal nome di una collina nella regione
sudafricana
del
Natal,
luogo di una battaglia (1900)
della seconda
guerra Anglo-Boera.
Tale battaglia vide una grave sconfitta con perdite da
parte delle forze britanniche:
molti dei caduti erano soldati provenienti da Liverpool
e inquadrati nel reggimento di fanteria del Lancashire.
La tifoseria che occupa tale curva viene chiamata
familiarmente The Kop.
Nel suo periodo di massima capienza, la Kop poteva
ospitare 28.000 spettatori ed era una delle curve più
capienti del mondo.
La
capacità totale della Kop fu ridotta drasticamente a
seguito dell'adozione delle misure di sicurezza
istituite dopo la
strage di Hillsborough
del
1989,
che provocò la morte di 96 persone.
Nel
1994
Anfield divenne uno stadio con posti solo a sedere e la
capacità totale della curva si ridusse a circa 12.500
spettatori.
In ricordo dei 96 di
Hillsborough
Melwood
Songs:
You'll
Never Walk Alone
When you walk through a storm,
Hold your head up high,
And don't be afraid of the dark
At the end of a storm,
There's a golden sky,
And the sweet silver song of a lark.
Walk on through the wind,
Walk on through the rain,
Though your dreams be tossed and blown..
Walk on, walk on, with hope in your heart,
And you'll never walk alone...
Walk on, walk on, with hope in your heart,
And you'll never walk alone...
You'll never walk alone.
Fields of Anfield
Road
Outside the
Shankly Gates
I heard a Kopite calling :
Shankly they have taken you away
But you left a great eleven
Before you went to heaven
Now it's glory round the Fields of Anfield Road.
Chorus :
All round the Fields of Anfield Road
Where once we watched the King Kenny play (and he could play)
We had Heighway on the wing
We had dreams and songs to sing
Of the glory round the Fields of Anfield Road
Outside the
Paisley Gates
I heard a Kopite calling
Paisley they have taken you away..
You led the great 11
Back in Rome in 77
And the redmen they are still playing the same way
All round the
Fields of Anfield Road
Where once we watched the King Kenny play (and he could play)
We had Heighway on the wing
We had dreams and songs to sing
Of the glory round the Fields of Anfield Road
Guarda il video della canzone
Scouser Tommy
Let me tell
you the story of a poor boy,
Who was sent far away from his home,
To fight for his king and his country,
And also the old folks back home
So they put him in a higland division,
Sent him off to a far foreign land,
Where the flies swarm around in their thousands,
And there was nothing to see but the sand.
Now the battle it started next morning,
Under the Arabian sun,
I remember our poor Scouser Tommy,
He was shot by an old Nazi gun
As he lay on the battlefield die-die-dying,
With the blood gushing out of his head (out of his head)
As he lay on the battlefield die-die-dying,
These were the last words he said:
Ohhhhh, I am a Liverpudlian,
and I come from the Spion Kop,
I like to sing, I like to chant,
I go there quite a lot.
Support a team, that plays in red,
A team that we all know,
A team that we call *Liverpool*,
To glory we will go.
We won the league, we won the cup,
We've been to Europe too,
We played the Toffees for a laugh,
And left them feeling blue (5-0)
1-2, 1-2-3, 1-2-3-4, 5-0!
Rush scored one,
Rush scored two,
Rush scored three,
And Rush scored four ...
Fernando Torres Song
His Armband proved he
was a Red - Torres, Torres
You'll Never Walk Alone it said - Torres, Torres
We bought the lad from Sunny Spain
He gets the ball he scores again
Fer-Nan-Do Torres - Liverpool's Number 9
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